SACRO MONTE DI VARESE PATRIMONIO DELL'UMANITA'


Il Sacro monte di Varese diventa patrimonio dell'Umanità!
Il riconoscimento ufficiale è avvenuto il 22 maggio 2004, con la consegna all'Amministrazione comunale del certificato di iscrizione Unesco - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza, la Cultura e la Comunicazione fondata a Parigi nel 1945 - e l'apposizione di una targa.
Il borgo sacro di Varese si aggiunge così all'elenco di tesori italiani come il centro storico di Firenze, Venezia e la sua laguna, Assisi, i Sassi di Matera, come tale da tutelare, valorizzare e far conoscere al mondo. 
Merito precipuo del riconoscimento va a Monsignor Macchi - segretario e poi esecutore testamentario di Papa Paolo VI, nonché arciprete del Sacro Monte - il quale promosse il restauro delle cappelle lungo la Via Sacra, affidò a Renato Guttuso l'affresco della Fuga in Egitto ed a Floriano Bodini il Monumento a Paolo VI, facendo riacquistare al luogo la sua peculiarità di antica fabrica d'arte  religiosa. 
Il Monte di Varese non è l'unico sacro riconosciuto dall'Unesco, ma rientra tra le architetture sacre della World Heritage List, insieme a quelli piemontesi di Varallo Sesia, Serralunga di Crea, Ponzano, Orta, Oropa, Ghiffa, Domodossola, Valperga Canavese ed all'unico altro lombardo di Ossuccio. 
La sua iscrizione si basa su due criteri: «l'eccezionalità  delle installazioni di architettura e di arte sacra in un paesaggio naturale ai fini didattici e spirituali» ed il significato storico di tale perfetta integrazione «in un'epoca decisiva della storia della Chiesa cattolica romana». 
È noto infatti che i Sacri Monti vennero realizzati tra il 1500 e il 1600, lungo una linea immaginaria parallela al confine tra Italia e Svizzera: quasi una sorta di fortino, baluardo di enorme potere persuasivo, contro la minaccia dei culti riformati centro e nord europei e come percorsi di pellegrinaggio alternativi ai luoghi santi della Palestina.
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