SERA ULTIMA DI PRIMAVERA
Alle dieci di sera incurante del buio incipiente mi sono inoltrato in pineta per salutare la primavera:
lo stagno era la mia meta intorno i pini delineavano nitidi sullo sfondo del cielo i dettagli delle loro chiome con me li osservavano discreti dall'alto due stelle anzi pianeti;
le foglie larghe delle ninfee riposavano sull'acqua distese attendendo l'indomani di ospitare sopra le rane ora intente a gracidare mentre vicino qualche grillo metteva a punto il suo trillo;
le lucciole vagavano con le loro lanterne non ne avevo mai viste tante nelle brevi ore della notte avrebbero fatto di certo l'amore:
mi è venuto allora di desiderare di volere una lontana sera l'ultimo giorno di primavera in quel posto ancora ritornare trasformato nel frattempo anch'io magico punto silente danzante di luce.
Intanto però dovevo ritornare a casa e cercare d'indovinare la strada coperta dalle ombre dense della notte proiettate dagli alberi non illuminata neppure dalle lucciole giacché erano schizzate come monelle altissime in cielo per diventare stelle.
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20 giugno 2011