... di chi esattamente?

 

Mi è pervenuto un invito a partecipare a Banzi, sabato 13 aprile 2019, ore 17:00, cineteatro comunale,  ad un seminario avente ad oggetto il titolo su riportato, tenuto da illustri accademici, tra i quali Michele Feo.

Ne sono venuto a conoscenza nonostante recapitato ad un indirizzo dove non abito più dal 2011: me lo ha girato via Android mio figlio Lorenzo, che con la sua famiglia vive ora in quella villetta quale donatario.

Non capisco però perché mi sia stato trasmesso da Bari e non da Banzi, o al limite da Pisa, supponendo essere stato proprio l'emerito accademico fiorentino ad avermi tenuto ancora una volta presente per le sue iniziative culturali, questa volta sentendosi forse un po' debitore nei miei confronti, per aver visto, grazie a questo sito, musicata dai "Soballera" la sua "Tutte e tuppe alla funtana", che sarà cantata a conclusione della manifestazione in programma.

Ringrazio sentitamente dell'onore riservatomi, ma, per diversi motivi, anche questa volta, non presenzierò all'importante evento.

Principalmente perché non mi sento partecipe della storia di Banzi, di cui trovo improprio l'aggettivo possessivo "nostra", stante che io ritengo essere essa solo la somma di un'addizione eterogenea di storie di singoli, aventi come denominatore comune poco più che l'essere nati in quel paese ed aver condiviso per un pugno di anni la sua terra, il suo cielo, aver mangiato lo stesso pane.

Come ultimo motivo perché (uffa mi ritrovo ancora e già a scrivere un'altra volta di lui ... appena qualche giorno fa gli ho dedicato "Lo faranno pappalo"!) non mi procurerebbe alcuna neppure scialba sensazione il saluto di Nicola Vertone, per ricevere il quale mappe michelin mi dicono che, andata-ritorno, dovrei fare 1866 chilometri, obbligato peraltro a soggiornare in non so quale albergo, costretto come sono stato dalla rabbia a cedere la quota di proprietà della mia casa paterna.

Peraltro, l'illustre per tre lustri primo cittadino, se avesse avuto piacere di salutarmi, aggiungendo eventualmente pure un ringraziamento, avrebbe potuto farlo allorché gli ho scritto per comunicargli la pubblicazione del pezzo musicale, da parte dei "Soballera", contenente i versi di "Tuppe e tuppe alla funtana".

Invece, silenzio tombale, come a sottendere un senso di fastidio ed irritazione per una notizia promanante da una persona da ritenere indegna, quasi che, con le sue poesie riportate in antologie scolastiche  e recitate persino a Melbourne, avesse recato disonore a Banzi.

A parte l'insignificante saluto del sindaco, ed il disconoscimento della comunanza della mia storia con quella di Banzi, non nego che sarebbe stato sicuramente curioso ed interessante ascoltare gli accademici ottuagenari Sebastiano Tafaro e Michele Feo cosa avrebbero lambiccato da "La Relazione Bantina di Arcasio Ricci".

Credo, tuttavia, piuttosto che  fare esegesi su una relazione redatta nel 1634, sarebbe sicuramente più interessante discutere della storia recente di Banzi, che ci tocca da vicino, per aver determinato quella di ognuno di noi ed aver ridotto il paese pressoché ad un grande cimitero, dove è rimasto poco più che un branco di licaoni dediti a spolpare la carcassa della politica.

La nostra storia è individuale non collettiva, la storia siamo noi (intesi come singole persone), titolava azzeccatamente una trasmissione televisiva condotta da Giovanni Minoli.

Davvero interessante sarebbe mettere insieme la storia di quelli che, nella diaspora da Banzi, si sono dispersi per il mondo.

Le offro uno spunto professor Michele Feo per la prossima sua iniziativa. 

Se riuscisse a mettere insieme le storie del ciabattino di fondo pagina (Donato Simone) emigrato in Canada; di Rocco Pepe, finito pure lui in quella parte di continente americano, portando via due bellissime figlie gemelle che non ho mai più rivisto; di Donato Manieri, mio migliore amico d'infanzia rimasto per sempre in Germania ... per citare solo alcuni, allora verrei volentieri a Banzi, a qualunque costo.

Nell'attesa, con sollievo di Vertone, da pensionato rimango qui dove sono a coltivare nel mio orto antistante casa, piselli e fave, patate, agli e cipolle, porri, insalata, rucola, peperoni dolci e piccanti, pomodori, melenzane, spinaci, zucchine e zucche, uvafragola nera e bianca, uvaspina, ribes, fragole, ciliegi, peschi, melograni, melocotogni, girasoli, mais per le tortorelle, glicini, fiori e quant'altro.

 

 

11 aprile 2019

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