CONTRA FACTA NIHIL VALENT ARGUMENTA

... spunti, sputi, risate e pianti da una trilogia di e-mail 

 

 

Nella pagina "Madonne di settembre", forse troppo preso dalla venerazione professata verso di loro, mi sono dimenticato di dire che la mia apparizione al pranzo degli anziani sotto il tendone a Pettenasco non è passata del tutto inosservata, giacché il sindaco, dottoressa Ezia Tabozzi, mi ha ripetuto diverse volte l'episodio di una parrucchiera che le si è avvicinata apposta per complimentarsi per la felice scelta del segretario comunale, esclamando (sic!): "che bell'uomo è il segretario!".

Comunque, tranquilli, non mi monto per ciò la testa...  me la sono montata già da un sacco di tempo. Per favore però, non pensate che anche in questo sito sia io il bello, il bello del sito è altro, ad esempio queste tre e-mail giuntemi di recente, che mi piace qui mostrare.

 

La prima mi arriva (suppongo) da Banzi, inviata da una tale dottoressa Maria Tannita, che non avevo mai avuto il piacere di conoscere prima, e che forse non conoscono neppure i banzesi di Banzi, perché, verosimilmente, si tratterà di uno pseudonimo, o nickname, col dubbio anche che si tratti veramente di una dottoressa, sia a giudicare da come scrive, sia perché quel titolo potrebbe essere stato usato di proposito, per depistare dall'individuazione del vero autore dello scritto.

Scritto che non ho alcun timore di far conoscere, tale e quale, a quei pochi miei lettori, perché, evviva, finalmente incontro qualcuno che mi rivolge parole di disprezzo!

Cara Tannita, non lo faccio per essere galante, ma desidero solo dirti che io non avverto minimamente bisogno né dei tuoi saluti "cordiali", né di quelli (forse niente affatto cordiali) di altri ed, inoltre, che, se "stare a contatto col mio curatissimo sito" ti procura tanto fiele (dico fiele, non miele... spero che questo, o qualcosa che gli assomiglia, tu almeno lo produca in un certo posto, altrimenti - ammesso che sia almeno una donna, se non proprio dottoressa - sarebbero cazzi amari per te), perché non giri alla larga?

Nel caso fossi davvero dottoressa, e caso mai laureata in giurisprudenza, e caso mai avvocato, e caso mai difensore del pollo di Banzi, la sua rosolatura, mercé la tua assistenza, sarebbe garantita perfetta. 

Brava! 

Così verrei ad apprendere da te come si fa la satira. E finalmente potrei cimentarmi a farla anch'io, visto che fin qui non intendevo (oppure non me ne sono accorto di) farla.

Ma ora cedo volentieri la parola alla dottoressa Tannita, la quale così scrive per filo e per segno:

Venerdì 10 ottobre 2008, 19:03

Da: "maria tannita" <ma.ri.ta.86@live.it>

gentilissimo poeta antonio carcuro,
è un po che mi trovo a contatto con il suo curatissimo sito, e da altrttanto tempo mi rallegro a vedere un uomo d'altri tempi che si  diletta così bene con la tecnologia e che dà tante belle informazioni sul suo paese natale e che aiuta tanti suoi compaesani a ricordare con le dolci sue poesie i profumi del proprio paese...
Mi lasci passare "uomo d'altri tempi" perchè perdoni la schiettezza ma non mi sembra piu un ragazzino ed è per questo che la esorto a crescere......anche perche non so che ci trova di cosi divertente nell'attaccare l'una o l'altra persona con un sarcasmo così basso e infantile.....la satira la lasci a chi è competente, lei si limiti a fare la sua professione perchè come satiro se lo lasci dire è penoso......nelle sue pagine "d'attacco" tral'altro si cela una forma di invidia.....sempre a quel saluto mancato si riferisce......tutti sono utili nella vita, ma nessuno è indispensaboìile e questo vale per lei tanto e per chi le nega il saluto.....ma le vorrei ricordare che sicccome pretende il saluto dagli altri potrebbe anche accenarlo lei per primo....non è il Cristo sceso in terra che deve per forza essere salutato, riverito e onorato....se vuole il saluto se lo cerca....non deve peretenderlo dall'una o altra persona...e giacchè parla di manie di grandezza la invito a farsi un esame di coscienza magari capisce che lei è il primo a doversi ridimensionare.
Le sarei grata se rispondesse a questa mail,perchè credo che il confronto aiuti alla cultura e alla società
Comunque confido nella sua galanteria e attendo una sua risposta
cordiali saluti dott.ssa Tannita


La seconda mi arriva invece da Potenza, ma non è di un lucano (se no cosa avrei voluto di più dalla vita? ... niente perché una lucana ce l'ho già e mi basta), bensì di un romagnolo, A. T., che si trova (sembra ciò quasi paradossale, visto che normalmente sono, od erano, i lucani ad andare in Emilia Romagna) all'Università della Basilicata, sebbene non come studente, bensì come ricercatore.

Grazie tante A... della tua bellissima lettera ... desolata. Dal suo oggetto ho mutuato il titolo anche di questa pagina; il suo contenuto poi potrebbe valere anche come risposta alla lettera della dottoressa di cui sopra, per quanto quella tua sia stata firmata senza titolo e forse potrebbe essere respinta sdegnosamente da lei, perché non proveniente da un suo pari.

Tuttavia, se il tuo scritto potrebbe essere ritenuto spregevole (al pari di quelli miei) dalla dottoressa sopra menzionata, viceversa quello suo sarà per te certamente prezioso, in quanto ulteriore testimonianza e conferma dello spessore socio-culturale dei lucani.

A..., mi fai venire però un rimpianto: perché non sono riuscito a realizzare il desiderio che ho sempre avuto di trasferirmi a vivere in Romagna? Nei tuoi confronti non ho motivi di piaggeria, perciò ti dico che le persone più simpatiche ed amabili conosciute in vita mia sono state proprio quelle romagnole; i ricordi più belli delle vacanze sono quelli del Lido di Savio e del Lido di Classe: se l'anno prossimo tu andassi da quelle parti, anche se il mare non è limpido e puro come quello del Salento, ritornerei volentieri alla mia antica meta, per conoscere un'altra persona sicuramente simpatica ed amabile come te.

Però, abbi indulgenza, un motivo di sofferenza dovresti averlo anche da me: subire l'umiliazione di essere sconfitto a bocce in spiaggia, perché, senza falsa modestia, io sono sempre stato (anche) "il bello" delle bocce, forse perché sono riuscito a mettere tardivamente in pratica tutta la tecnica dei campioni di bocce del mio paese, nel mentre li ammiravo giocare all'ombra del "Pino di Banzi".

Ma ora mi permetta la dottoressa Tannita di cedere la parola anche ad A....T..., che forse (anzi lui lo è certamente) potrebbe essere dottore anch'egli e che scrive così:

Venerdì 17 ottobre 2008, 22:48

Oggetto: Contra factum...

Caro Antonio,

come dicevano i latini "...non vale argomento".
Leggendo questa sera il tuo articolo sull'ospedale di Potenza fugo ogni mio dubbio se procedere ad intervenire sulla mia ... presso l'ospedale di Potenza, città in cui risiedo da ben 15 giorni (domani tornerò stringendo i denti in quel di Imola vicino Bologna, che mi rasserena già a sentirne il suono, cosa mai successa prima nella mia vita).
E la città di Potenza, sia chiaro, di potente non ha proprio alcunché.
Potrei dilungarmi sulla pessima gestione del piano regolatore, con casermoni costruiti come la peggior giungla, che ricordano la parte più profondamente cacovisiva di Genova (ma ricordiamoci che Genova una parte bella l'ha). Come pure su assurdi sensi unici, il traffico sembra un fiume monodirezionale, tant'è per raggiungere posti pur vicini ti tocca fare n-mila chilometri.

Ma quel che mi è balzato subito all'occhio è che in quindici giorni ho respirato profondamente l'atmosfera da te descritta nell'ospedale.

Stasera ho vissuto uno spaccato di vita quotidiana infilandomi nel supermercato a quanto sembra più frequentato del capoluogo (mi si giuri che lo è perché le scelte erano due). Ebbene non ho mai visto in tutta la mia vita quadro più straziante: non un sorriso, non un "prego passi pure", addirittura il potentino dopo di me che ho fatto passare alla cassa avendo solo due acquisti è rimasto sconvolto da tal gesto.
Un panorama di visi corrucciati ed imbronciati, il medesimo che ho ricevuto a risposta delle mie scuse per avere in maniera leggera urtato con il carrello la gamba di una signora (che felice nella sua vita non doveva tanto esserlo).

La gente profondamente egoista e maleducata che non saluta ed è scarsamente disponibile, dotata di un assente modo cortese e di un ancor più assente sorriso. Gente che inutile da dirsi è nata in montagna e della montagna ha preso i lati peggiori. Gente non capace di ringraziare se le si lascia la precedenza pur non avendola, gente che non è capace di concludere un pur minimo dialogo con un "buona giornata". Ma bisognerebbe tenerlo un dialogo per concluderlo.
Gente accidiosa verso il mondo, e che al mondo porterà benefici (davvero?), ma non certo nè umani nè sociali.

Vuole questa quindi essere una postilla al tuo apprezzabilissimo "saggio" sul luogo che dovrebbe essere un modello quanto a comportamento, e che modello non è perché ritrae esattamente la realtà in cui è inserito.

Il tanto amato calore del Sud dove è finito?

Una diagnosi è presto fatta: la città è davvero rimasta come descritta da Carlo Levi, e non è certo la presenza di una recente
Università a fare risalire la china. Solamente contadini che si sono arricchiti noleggiando stanze a cifre davvero stellari e che hanno preferito comprarsi una casa fuori per affittare la loro. Ma fuori dal mondo era e fuori dal mondo rimarrà.

A questo punto mi si creda non vedo motivazione per dare apporto a questa città, che a parer mio se sopravvive è perché si autoalimenta (dal punto di vista demografico), ma che da ogni punto di vista è destinata a naturale estinzione.

E non certo mi tratterrà di più di quanto preveda il mio assegno di ricerca.

Un caro saluto,

A..... T.....

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POSTILLA DI REDAZIONE

A..., 

scusami se approfitto a chiederti una cortesia: anche se rinunci a fare all'ospedale San Carlo l'intervento di cui hai bisogno, potresti però andarci lo stesso per accertare se è ancora attaccata alla vetrata dello sportello dell'accoglienza la fotocopia dell'articolo di giornale, a firma di Nino Grasso, dal titolo: "Colpo grosso dell'Ospedale San Carlo: il Direttore Generale Michele Cannavaro sottrae all'ospedale San Giovanni Rotondo il cardiochirurgo Sergio Caparrotti che sarà il nuovo primario al posto di Minale"?
   E, se incontri Gianna Miccolis (la riconosceresti per essere la più carina e gentile delle hostess), potresti salutarmela?

Guarda che, se non mi fai questa cortesia, ciò significa che ti sei già lucanizzato ed accidiato anche tu.
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Domenica 19 ottobre 2008, 15:42

   Gentilissimo Antonio,

mi fa molto piacere che tu abbia letto e pubblicato la mia lettera, unico mio scrupolo è la mia firma, non tanto per il parere verso i lucani che non ho problemi come vedi ad esporre ai lucani stessi (cosa che ho fatto pure in giro a Potenza), piuttosto verso i miei studenti nella maggior parte proprio di Potenza. Credo molto nel ruolo di professore.... 

.... rimediato prontamente lasciando solo le iniziali.


Infine, ecco la terza lettera: non proviene da persone dotte (vere o fasulle che siano), ma essa mi fa palpitare di emozione, perché mi aiuta a scoprire davvero "il bello" di questo sito: forse nei prossimi giorni incontrerò finalmente, ospite a casa mia, un parente dell'Argentina: non si chiama Carcuro come me, bensì Bidone, ma sua nonna è Antonietta Carcuro, figlia di mio zio Donato e ciò basta a dire tutto.

Se A...T....si dilungasse a leggere la lettera di Milton, potrebbe cogliere quanto egli sia diverso dai lucani, perché ha avuto la cortesia di tradurmi lo scritto in italiano, per quanto ...  maccheronico, che lascio tale e quale.

Martedì 14 ottobre 2008, 08:49

Da: "Milton pEcHy" <miltonpechy@gmail.com

 

Ciao Antonio, come egli è?
Sono Milton Maximiliano Bidone, il figlio di Angel Mario, figlio di Antonia Carcuro, la mia nonna.
Mio padre mi ha mandato la mail che ti comando, e mi ha chiesto di inviare una foto dei figli di DONATO ho nel mio computer.
I nomi sono CARLOS, DOMINGO, VICTOR, FILOMENA, CARMELA, ANTONIETA, MARIA, ANA y ROSA.
Così il subis sulla tua pagina.
Lavorare su una barca a Varazze qui vicino a Genova, e in un mese vado in Argentina.
In questo momento sto cercando di Bidone parenti qui a Genova, ma non fortuna tubo.perché voglio ottenere la doppia cittadinanza.

Non so se posso ottenere con il cognome Carcuro, perché sono dati mancanti.
Vedo si vive vicino a Milano. Questo Giovedi viaggiato a Milano per vedere una banda Argentina.
Mi auguro che si sono bene e ti piace l'immagine.
Un grande abbraccio.
Tutto ciò che questo è il mio telefono cellulare qui in Italia 345 354 52xx

BIDONE, Milton Maximiliano

18 ottobre 2008

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