E VENNE "BANZI 4"

... di Gerardo Renna

 

 

Lo avevo annunciato qualche giorno addietro (clicca qua per vedere l'annuncio), che anche per me c'era una raccomandata in arrivo!

Tuttavia il postino non me l'ha recapitata, perché sulla busta non era indicata la via della mia abitazione. Quando ebbi tempo, alcuni giorni dopo la telefonata di Gerardo, di passare dall'ufficio postale per chiedere se la raccomandata fosse lì giacente, mi fu risposto che il postino era andato a cercarmi in municipio, pensando che fossi lì a fare il segretario; però, sentitosi rispondere che questi non si chiamava Carcuro, s'è limitato, senza indugio, a rispedire al mittente il plico.

Ma Gerardo è una persona che non demorde, che ha pazienza, costanza e tenacia (soprattutto poi nei confronti di un amico come me), allora mi ha rispedito (con indicazione di via e numero civico stavolta) il plico ed esso è giunto finalmente a destinazione.

Così ho potuto godermi il privilegio di leggere in anteprima ben 17 sue poesie ancora inedite.

Assecondando il desiderio da egli espressomi, di pubblicare in questo sito quelle ispirate dal nostro comune paese, Banzi, in nome della nostra antica amicizia (ma anche per spirito di servizio verso il mio paese, tuttora non venutomi a mancare) le trascrivo qui di seguito, offrendole da leggere a chi ne abbia voglia ... libero di emozionarsi, commuoversi, piangere, sospirare, ridere, sorridere, starnutire, sbadigliare, stupirsi, stupidirsi, impararle a memoria, declamarle,  recitarle, cantarle, masticarle come chewing-gum, commentarle, chiosarle...  pregare (... Gerardo di scriverne ancora) e farle stampare  in un altro libro.

Nel leggere le poesie di Gerardo, avuta conferma della mia profezia circa il fatto che egli sarebbe andato oltre "Banzi 3", non ha potuto non suscitarmi ammirazione l'amore senza fine che il mio amico poeta continua a nutrire verso il nostro paese natio: un amore manifestato dalla pazienza certosina con la quale egli compone ordinatamente nelle rime delle sue poesie ogni minuzioso ricordo; dal racconto preciso, quando vi fa ritorno a Banzi con la corriera, delle fasi della battaglia (scatenata nel suo cuore) di avvicinamento al paese e della contemplazione intrisa quasi di raptus mistico con cui egli, puntualmente, lo osserva; dal suo stupirsi (evincibile dai punti esclamativi apposti al termine di tantissime rime) per le cose che ai più appariranno non avere alcunché di straordinario!

Confesso che mi fa venire quasi invidia questo suo amore verso Banzi, ancora così intatto e d'una inesauribile freschezza fanciullesca, e la voglia di ritornarci una volta insieme in corriera, per constatare se per caso il suo paese sia anche proprio quello mio.

Gerardo continua a rievocare ogni ricordo di Banzi, facendolo riecheggiare nel suo cuore, ne raccoglie poi le sensazioni della sua anima (un po' come l'uva nella vigna), le spreme e le torchia strenuamente per ottenerne un distillato che anela ad una sempre maggiore purezza: chi non avesse un palato forbito potrebbe paragonare tale distillato a quello che a Banzi si chiama "spr'm'tur'"; a me sembra, invece, assomigliare ad una grappa pregiata, simile  a quella che una volta Mike Bongiorno esaltava esclamando a gran voce: "Grappa Bocchino Sigillo Nero!".

 

Ma adesso mi taccio e cedo la parola al poeta Gerardo Renna, che fremerà impaziente a che vengano rese note "urbi et orbi"....

 

BANZI (4)

 

Sul luogo dell'illustre antenata

sei sorto e vivi da quando sei nato.

 

Tranquillamente vivi

ché un paese sei senza grandi pretese!

 

Ma la storia che hai ereditato

grande ti fa e a conoscere ti spinge

il tuo famoso passato.

 

E così studiando e scavando

di Bantia apprendi

che di civiltà era un portento!

 

Bantia,

già nell'ottavo secolo esisteva

ed a capo era di una lega (1), che

"Respubblica Bantinorum" appellata era.

 

Bantia, città libera, civile e progredita.

 

Ma all'arrivo dei "Conquistatori"

sotto il loro giogo cadeva e così

l'indipendenza perdeva.

 

Al faro di Roma, però, più fama acquistava

e più celebre diventava!

 

Con le sue case e le sue strade lastricate,

i suoi edifici, i suoi templi ed i suoi vati.

 

Con il suo Senato e le sue magistrature:

centro di potere dei liberi popoli bantini.

 

Al pari di Venusia (2), gli scrittori d'allora

di lei, nelle loro opere, parlavano

e così nella storia entrava.

 

Storia che in parte ci conferma

la famosa "Tabula Bantina"

che trovata fu in un paese

a noi non molto vicino (3)

a prova dell'esteso territorio bantino.

 

(1) la "Federazione dei Popoli Bantini"

(2) colonia romana del 291 a. C.

(3) in località "Lago della noce" di Oppido Lucano

 

§   §   §   §   §

 

 

AL NOSTRO PAESE

 

A noi Banzesi piace tanto stare al nostro paese.

 

Piccolo è il  borgo, ma per noi tanto caro!

 

Su una collina si distende, come un astro fulgente!

 

Dal piano già lo vediamo da lontano,

quando a casa ritorniamo.

 

La gioia allora ci invade l'animo

per il piacere di poterlo presto rivedere.

 

Dal piano nella valle scendiamo

dove le "grotte"rivediamo,

un tempo di pastori ricovero con i loro bestiami.

 

Oltre il ponte sul "Banzullo",

bianca e solitaria,

la "madonna degli emigranti" rivediamo.

 

Inarrestabile l'emozione ci assale,

mentre la corriera per la collina sale.

 

Con avidità la campagna guardiamo

bella e verdeggiante!

 

E su un altro di questi tornanti

il "crocifisso" di Gesù Cristo

del mondo il Salvatore,

è sempre lì, come un padre,

dei suoi figli lontani il ritorno ad aspettare!

 

Ancora oltre, dopo qualche curva,

la "fontana nuova",

di fresca e buona acqua sgorgante,

anch'essa è lì ad aspettarci!

 

Col il cuore di gioia palpitante

finalmente nel nostro paese entriamo.

 

Nei pressi di Padre Pio scendiamo

e, con le valige in mano,

verso casa ci dirigiamo.

 

Anche se di buon mattino,

qualche paesano incontriamo

ed allegramente ci salutiamo.

 

Il garrire delle rondini strepitose,

che qui sfrecciano grosse e numerose,

ci accoglie festoso!

 

anche i passeri, in frotta e con il gaio vocio,

ci accolgono con allegria!

 

Al nostro paese, tutti (o quasi...) ci vogliamo bene,

ché tutti ci conosciamo e sempre ci salutiamo,

quando ci incontriamo.

 

Nota: perdonami Gerardo se sono curioso, ma nella parentesi

(o quasi...) chi ci sta dentro che non si vuole bene?

 

§   §   §   §   §

 

 

RITORNO AL MIO PAESE

 

Dopo il lungo viaggio,

di buon ora la corriera ci scarica in paese.

La gioia è tale

che la valigia più non pesa.

 

La pace,

che dappertutto regna sovrana,

ci fa un effetto strano!

 

Con tutti i nostri bagagli

alla nostra casa ci dirigiamo.

 

Per strada

qualche paesano incontriamo

che allegramente salutiamo.

 

Mentre camminiamo

tutto, intorno, contento guardo:

 

le vie, le case, gli alberi

ed i fiori multicolori

alle finestre ed ai balconi.

 

E tutto più bello nel mio paese appare,

dopo un anno che ho dovuto aspettare!

 

Anche se di buon mattino

è già un concerto festoso

di allegri uccellini:

l'armonia erra in ogni via!

 

E le rondini, che qui son dei rondoni

e che in pianura padana più non vedevamo,

per l'aria sfreccian e scorazzano  liberamente!

 

Nel cielo azzurro

che più azzurro non si può,

quasi a sfiorarci,

improvvise saettan radenti,

inseguendosi freneticamente!

 

E poi, in alto sempre più alzandosi,

per l'azzurro infinito

lunghi voli per l'aria tersa fanno

nel sole che le scalda

e dal vento dolcemente

lasciandosi cullare!

 

§   §   §   §   §

 

... per favore ritornate tra qualche giorno per leggere altre poesie

del mio amico Gerardo... 

...essendo esse  come la "Grappa Bocchino Sigillo Nero",

 è opportuno che vengano sorseggiate, centellinate...

 

§   §   §   §   §

 

 

LA SERA AL MIO PAESE

 

La sera al mio paese

è sempre festa

anche quando non è festa!

 

Dopo cena

quasi tutti nel centro ci ritroviamo:

in piazza, per il corso,

nella villa comunale

o davanti ai bars, che tutti lì sono!

 

Il mio paese è un piccolo paese

tutti ci conosciamo

e sempre ci salutiamo,

quando ci incontriamo.

 

Dopo le 10, la sera,

quando di bianche stelle

il cielo è già pieno,

tutto il centro pian piano

s'incomincia ad animare.

 

Il corso, un po' corto,

ma diritto, largo e piano

sempre più s'ingrossa

come un fiume in corsa!

 

Chiacchierando e passeggiando,

spesso la sera così trascorriamo, 

oppure seduti davanti ai bar a bere,

mentre la musica ascoltiamo

e le nostre storie ci raccontiamo.

 

In piazza, larga e ben illuminata,

 e con lo sfondo di una fontana zampillante

e il verde della villa comunale,

i bimbi scorazzan spensierati,

rincorrendosi in piena libertà.

 

E così la sera (e buona parte della notte)

trascorriamo al mio paese,

allegramente e senza grandi pretese!

 

§   §   §   §   §

 

 

NOTTE D'ESTATE AL MIO PAESE

 

Estate.

Calda è la notte e afosa.

 

In cerca di un venticello ristoratore,

nella campagna, tutto solo, m'incammino,

con la bianca luna che mi rischiara la via!

 

Una sinfonia di grilli canterini

s'intona al mio passare

che del caldo fastidioso

quasi mi fa dimenticare!

 

Ma quello che più mi attrae

nella notte solitaria

è la bellezza del cielo stellato!

 

E' stupendo, meraviglioso!

 

A lungo rimango incantato

ad ammirare tanta bellezza del creato!

 

Nel cielo nero della notte

è tutto uno scintillio di luci

ed ogni cosa

luminosa e chiara appare

nello splendore stellare!

 

Le stelle, anche solo quelle che si vedono

perché a noi più vicine,

 son proprio tante e belle!

 

Attorno alla luna, la loro regina,

qual candide ancelle,

radiose le fan corona!

 

Alfin

attratto sono

da uno sciame di lucciole luminose,

danzanti al canto sfrenato

dei grilli in coro!

19 febbraio 2010

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