"EBBIVA SANTI ROCCO"

   Giacché, come dicevo nella pagina precedente, agosto, mese mio, ti conosco, so che ieri, anni fa, era la tua apoteosi, perché si celebrava San Rocco, ovvero la festa più sentita a Banzi in questo periodo, stante che quella di sei giorni prima, San Lorenzo, non è valsa ad affermarla neppure la poesia di Pascoli.
   Per le strade era tutto un chiedersi l'un l'altro se si andava a Tolve e nel volto, a seconda che uno ci andasse o meno, leggevi la gioia o la tristezza: l'aspirazione massima di ognuno era recarsi in pellegrinaggio a venerare San Rocco, per ottenere la sua protezione, per avere qualche grazia, perché questo Santo era ritenuto dotato di poteri straordinari, nel bene e nel male.
   Per guadagnarsi la sua intercessione, la gente affrontava penitenze incredibili: andando per esempio a piedi (taluno anche scalzo) fino a Tolve, percorrendo le scale della gradinata della chiesa in ginocchio. Qualcuno si spingeva ancora oltre: per esempio, mia madre mi raccontava che la nonna, per ottenere la guarigione da una malattia di un suo fratello, percorse la gradinata della chiesa non solo in ginocchio, ma anche strascinando la lingua per terra. Dopodiché la guarigione avvenne davvero rapidamente.
   Ovviamente, come tutti gli altri, anch'io anelavo ad andare a Tolve (era l'unico altro desiderio, oltre quello di andare a vedere i grattacieli di Potenza, realizzato questo grazie all'incidente automobilistico in cui fui coinvolto nel novembre 1963, cagionato da Ninidd, alla guida senza patente, che rese necessario il mio ricovero all'ospedale San Carlo). E giunse il tempo in cui mi recai anch'io in pellegrinaggio a venerare il Santo.
   Quanto il Patrono di Tolve fosse superiore agli altri comuni Santi, lo arguii dai numerosi storpi e mutilati che giacevano all'ingresso della chiesa e lungo il tragitto della processione, che sembravano essere lì a testimoniare che si poteva diventare come loro, se non si manifestava la giusta devozione, la quale doveva avvenire, chissà perché, per il loro tramite.
   Non tutti quegli elemosinanti erano però orribili da vedersi e capii che poteva esserci qualche imbroglio, quando notai fra di loro un tale di Genzano, soprannominato Scopin, che era solo intontito ma non un invalido raccapricciante: che ci faceva tra di loro? Allora a lui non gli diedi neppure cinque lire di elemosina.
   Dopo quella volta, non ci sono più ritornato. Tuttavia, mi è accaduto di aver sognato una volta il barbuto San Rocco la notte precedente l'esame biennale di diritto civile: sarà stato un caso, ma quell'esame lo superai con una facilità incredibile, ritornando contento a Banzi con un bel trenta.
   Che di San Rocco si nutrisse poi timore e rispetto lo si capiva anche dal fatto che raramente sentivi uno farlo oggetto di bestemmia. Dai miei genitori, per esempio, non ho mai sentito bestemmiare il suo nome: quando erano su tutte le furie, mio padre caso mai si spingeva ad imprecare contro la "Trinità", oppure il "Corpus Domini", ma San Rocco non lo nominava mai, se non per implorarlo; mia madre aveva invece un'unica opzione, quasi fosse una concessione speciale: San Nicola di Bari - Nicola di Bari ripeto, ovvero l'antenato santo dell'omonimo cantante, non Nicola di Banzi, che, per quanto io stia tentando di mettergli una certa aureola in testa, dubito che diventerà mai santo - forse perché egli è un santo innocuo e tollerante, non è capace di far male.
   Comunque, un santo può essere anche tale, se si lascia martirizzare dalle bestemmie dei fedeli, se fa il loro masochista: la sua missione divina diventa così quella di diventare oggetto di sfogo dei cristiani, quando non hanno lo spirito adatto per la preghiera.

   I tempi, però, cambiano e l'apoteosi d'agosto a Banzi non è più la giornata di ieri, bensì quella di domani, che rievoca la venuta a Banzi di Papa Urbano II. E' documentato che ciò accadde il 24 agosto del 1088, ma la trasformazione dell'evento in festa è stata fatta solo di recente, giacché non mi risulta che prima sia mai passato per l'anticamera del cervello ad alcuno  di rievocarne il ricordo.
   Tuttavia, niente di male, anzi, bene, benissimo che a Banzi ci si sia inventata una festa in più, che la gente abbia un'occasione in più per riversarsi copiosa in piazza, venendo anche da fuori, andando a dissetarsi nei bar ed a rifocillarsi alla Capannina. 
   Ed un bel bravo lo merita Antonio Sapio che nel suo http://www.banzi-bysapio.net, per pubblicizzare l'evento ha inserito la scritta (che, a dire il vero, sembra un po' l'emulazione della discesa in campo di Berlusconi) "La discesa di Papa Urbano II - Sabato 18 agosto 2007 Corteo storico commemorativo". Peraltro, per catturare di più l'attenzione, il testo è scorrevole: ti prego però Antonio, non farla più così, perché quel movimento a me provoca conati di vomito, mi ubriaca la vista e mi fa diventare strabico.
   Un altro bel bravo il mio collega web master lo merita anche - pur con l'inconveniente del testo scorrevole lamentato dinanzi - per il lancio che fa di Banzi quale "
paese della "Fons Bandusiae" di Orazio e "Città culla del Diritto": è una promozione davvero alla grande di Banzi: dapprima, con poche parole, da paese in città, poi a culla del diritto: peccato che ciò lo apprenda solo adesso perché, altrimenti, che bisogno avevo di andare a Bologna per studiarlo, il diritto?
   Già che ci sono, vorrei approfittare per rivolgere a Sapio una domanda (libero tuttavia egli di non rispondermi): il 21.07.2003, nel suo http://diariodiedabanzi.blog.excite.it/ cominciava così il suo diario: "
   Miei cari Banzesi, 
usiamo questo spazio per migliorare lo stile di vita della nostra amatissima Banzi e per raccontare a coloro che vivono fuori dal paese quel che avviene nella nostra Banzi. I non residenti che occasionalmente tornano per qualsiasi motivo possono invece fornire suggerimenti utili alla gente del posto ed all'Amministrazione Comunale affinché tale miglioramento sia effettivamente verificabile"
: cosa intendevi con l'espressione "migliorare lo stile di vita" dei banzesi e potresti dare tu un suggerimento "affinché tale miglioramento sia effettivamente verificabile"?
  
Comunque, prendo atto che il lavoro di Sapio ha guadagnato l'apprezzato riconoscimento delle autorità di Banzi, al punto da meritarsi link da tutte le parti. Anzi, qualcuno mi ha fatto la soffiata che ci sarebbero già accordi preelettorali per l'attribuzione, nella prossima amministrazione, della carica di "Consigliere delegato alla promozione web di Banzi".
   Io, però, se potessi, perorerei la causa anche per qualche riconoscimento a chi ha contribuito in modo ancora più decisivo ad immortalare l'evento della venuta di Papa Urbano II a Banzi, ovverosia all'autore della seguente poesia, inserita in un libro presentato ufficialmente in piazza dalle somme autorità nell'agosto 2004:

Banzi -18 agosto a.D. 2000

Nulla di simile
a Banzi
c'era mai stato!

Era in programma,
destava una gran curiosità,
ma in alcuni
anche apatia e scetticità.

Col passare dell'ore
i primi movimenti
i primi preparativi
e qualche ritardata prova.

Già nel pomeriggio
insolitamente
il centro si gremiva di gente
che all'evento voleva
almeno essere presente!

Al crepuscolo il via
ed era già grande frenesia!

Niente e nessuno
era più fermo...!

Ognuno si muoveva
per cercar di vedere
quello che sapeva
ma che ancor non si vedeva!

Tutto era in gran fermento!

Musiche e danze medievali
aprirono la festa
fra tanta gente
sempre più cordiale.

Il corteo papale
intanto era partito e procedeva
dall'entrata sud del paese.

Solennemente avanzava
tra due ali di folla
che festosa acclamava!

Le tenebre eran ormai scese
ma la festa non scemava.

Anzi sempre più aumentava!

Le luci dei lampioni
accendevan ancor più il folclore!

Tutto provenir sembrava
dal passato remoto:(1)
gli squilli delle trombe
il rullo dei tamburi martellante
i nitriti dei cavalli!


Il papa,
seguito e scortato
da una moltitudine di prelati
e autorità dell'epoca,
lentamente, ma solennemente, incedeva
verso il centro del paese!

La gente festosa applaudiva
ed il papa
con la mano benediva!

Quasi non sembrava finzione
fra tanta benedizione!!!
***
Dalla parte opposta
un altro corteo
di monaci benedettini
dalla chiesa usciva.

Lungo il corso proseguiva
incontro al papa
che sempre benediva!

Uno stuolo di angeli
i nostri monaci sembravano
nei loro sai bianchi
con in mano ciascuno
un cero di luce gialla!

L'incontro all'inizio del corso.

Lì, uno per volta,
c'è stata la loro presentazione
con genuflessione e benedizione!

Il corteo e la folla
come una marea
sono entrati nell' Abbazia
in uno scenario
di stupefatta coreografia!

E qui dal loggiato
del palazzo badiale
Papa Urbano, come allora,
ha parlato.(2)

Con affetto paterno
verso i frati suoi diletti
e con severità e rigore
verso i signori predatori...!

Finito il discorso del Pontefice
del nostro Monastero protettore,
iniziava a suonare e cantare
un quartetto medievale.

Alla fine il corteo riprende
e per il corso si distende.

Nuovamente il clamore
delle trombe, dei tamburi .
e degli armigeri
i nitriti dei cavalli!

E avanti il papa
e in suo onore
giocolieri con torce accese
ed estrosi sputafuoco!

Qualcuno, inoltre,
ai suoi piedi si prostrava
ad impetrar una grazia
per sé o per qualche suo caro!
                    (Banzi, Agosto 2000)

    Dopo aver perorato la causa di cui sopra, mi sia consentito a questo punto di perorare una causa anche per me, e lo faccio chiedendo intercessione al Santo venerato ieri, a che mi conceda la grazia di avere anch'io un link nel sito ufficiale di Banzi, oppure almeno in quello degli "Amici di Ursone" (ormai passo le notti sempre in bianco a piangere dalla disperazione).
   Mi ricordo però che mia madre mi ammoniva: "scherza coi fanti e lascia stare i santi". Allora ti chiedo perdono San Rocco, se mi sono permesso di scherzare un po' con te e ti dedico questa canzone che, quando venni quella volta a Tolve con mia madre, sentii cantare sul camion, perché tu possa fare miracoli veri a chi ne ha veramente bisogno. Amen.

     EBBIVA SANTI ROCCO

'N nome di Padre Figlie e Spirte Sante,
voglio cantà 'na storia tanta galante,                                     (bis)
a nome di santi Rocco i' l'accummenzo.

Ebbiva santi Rocco, santi Rocco ebbiva,
ebbiva santi Rocco, ca ind'a Tolve stai!

Santi Rocco è figlie di regnante,
era fanciulle e quanno se n'andava,                                     (bis)
manco la menna 'm.mocca si pigliava.

Nu iurnu in carità vuleze andà
vicino a 'nu purtone a tuppulà.

S'affaccia 'na runzella in finestrella:
«Aggi pace bell'omo questa giornata,                         (bis)
ca stai lu patrune grave malate ».

« E t'aggio ditto, runzella, vinime ad aprì,
ca su se a lu malate voglio salì ».

A 'u minze di li scale foze arruàto,
lu segne la santa croce si volze fà,                                     (bis)
ca subb'te lu malate s'avla a ozà.

I genti di la casa lu vulinno pagà,
e santi Rocco non si vuleva piglià:

« Si fosse pi tirnisi e pi dinare,
saria chine la fonte di lu mare.

Si fosse pi dinari e pi tirnisi,
saria chine la fonte 'u paravise ».

'U banne pi la città foze mannate
e santi Rocco a 'u papa foze chiamate.

Santi Rocco non ci vuleze andà:
si cridla che l'avinne a fà.

« Faccia di 'na panella fma e bella,
dimme lu passe ca vuie purtate ».

« E passe in tempe mie non aggio avute,
era banciulle quanne me n'andai,                                     (bis)
manco di latte e menna mi cammarai.

Era banciulle di tre giorni nate,
manchi lu nome mie m'hanno 'mparate ».

« E tu ca tini l'occhio oro e argento,
pari a vedè 'nu sante avveramente.

E tu ca tine l'occhio argento fino,
pari a vedè 'nu santo pellegrino ».

«Mo' ca la dignità meia èi 'nduvinata,
so' santi Rocco di Tolve pe' numinata ».

E 'n'at' a tre parole si fernesce la storia,
si ni vai santi Rocco a la gloria.

E 'n'at' a tre parole si fernesce 'u cante,
ebbiva santi Rocco e tutti i santi.


       Versione tratta da "Canti di Banzi
       di Michele Feo e Gabriella Mazzei

                                 ... pubblicati a Pisa
                   proprio con la data di oggi 
                          17 agosto di 31 anni fa.

  ... auguri di buon compleanno allora
        a chi ha avuto dedicati tali canti!

17 agosto 2007

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