MESSAGGI IN BOTTIGLIA

 

 

 

Sarò scortese nei confronti di Raquel Carcuro, sarò scortese nei confronti di Angela Tognetti, ma quand'anche mi dovesse invitare ad iscrivermi a Facebook Berlusconi, non cambierei opinione: l'invito sarebbe declinato perché a me Facebook non piace, essendo destinato a diventare alla fine un'immensa discarica mediatica stracolma di futilità, banalità e noia.

Certo, se uno ci tiene ad apparire ed a comunicare in modo facile ed immediato, Facebook costituisce lo strumento idoneo allo scopo: la propria faccia e le proprie parole, in quanto parti di uno tsunami, non mancheranno d'andare a riversarsi sulla platea più o meno sterminata di amici e degli amici degli amici. C'è da chiedersi però quanti di essi si soffermeranno su ciò che scrivi, per un attimo più che fugace, giacché ognuno di essi deve prepararsi a far fronte alle imminenti ondate successive.

Mi si potrebbe obiettare che, senza Facebook uno rischia l'isolamento, ma io preferisco correre questo rischio. Anzi, non mi preoccupa rimanere isolato, al punto che ho eliminato da questo sito ogni rilevazione statistica di accessi: io scrivo, chi vuole leggere legga, oggi, domani, fra cent'anni, mai.

Che qualcuno, comunque, mi legga, c'è. A questo qualcuno s'è aggiunto di recente anche il mio amico Gerardo, come ho potuto scoprire da ciò che mi ha scritto in un'altra raccomandata ricevuta ieri.

Ritrovare la cartolina gialla nella cassetta postale quando non è periodo di assemblee condominiali o di CUD, suscita sempre una certa apprensione, soprattutto dopo aver appreso che il Comune di Banzi s'è lanciato all'inseguimento degli evasori dell'ICI.

Ma, non appena ho sbirciato oltre la vetrata dell'addetto delle poste il nome del mittente scritto sul plico bianco in stampatello a mano, mi si è sollevato lo spirito, che ha toccato poi addirittura elevate vette di gioia quando ho letto il contenuto della lettera di accompagnamento, dal quale ho tratto l'ispirazione per il titolo di questa pagina.

Il 4 febbraio 2005, infatti, mi veniva di dedicare al mio vecchio amico "Un poeta di Banzi". Ebbene, a distanza di oltre cinque anni si dà il caso che egli la scopra, e che mi scriva allora queste testuali parole:

"Tonino,

grazie per esserti ispirato a me con la poesia "UN POETA DI BANZI". Fa veramente piacere leggere una poesia e capire che il soggetto della stessa sei tu: che un poeta abbia trovato ispirazione per un componimento, ispirandosi a te. Quando l'ho vista, l'ho subito scaricata per la curiosità che m'infondeva il titolo ed anche perché tutta bella incorniciata. Solo quando poi l'ho potuta leggere tranquillamente a casa, ho capito che ..."UN POETA DI BANZI " è un certo Gerardo Renna".

Miracolosamente, allora, quel messaggio in bottiglia, dopo aver fluttuato nel mare del web per diversi anni, è giunto a riva ed è stato raccolto e stappato (con un brindisi di gioia) nientedimeno che dal suo destinatario.

Grazie a te Gerardo per avermi ispirato quella poesia, inducendomi un sorriso mentre la scrivevo, e grazie ancor di più per il fatto che l'abbia gradita: un altro poeta originario di Banzi, come te e me, come te e me pure lui lontano, forse si sarebbe arrabbiato!

Per riconoscenza della tua gratitudine, voglio fare in modo che una tua poesia non rimanga in bottiglia per cinque anni come quella mia e, anche se questo web side non sarà come una spiaggia di Rimini in agosto, la stappo subito per brindare con essa insieme ai pochi "bagnanti" che si trovano a riva, in modo che essi, oltre ad abbronzarsi, possano anche un po' "sbronzarsi" sorseggiando i tuoi versi. Allora, signore e signori, parafrasando Lorenzo il Magnifico, giacché è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, se vuoi un po' di allegrezza, leggi questa poesia ... di Gerardo Renna.

 

AMARE IL PROPRIO PAESE

 

Amare il proprio paese non è solo dedicargli delle poesie.

 

Amare il proprio paese vuol dire soprattutto FARE.

 

Autorità e cittadini SEMPRE QUALCOSA

PER IL NOSTRO PAESE DOBBIAMO FARE

(E le autorità sempre la possibilità gli devono dare)

Ama il proprio paese chi la propria gente ama come fratelli.

 

Il proprio paese ama chi da lui è lontano

e a lui pensa sempre con il cuore in mano!

Chi è lontano che non vede l'ora di ritornare!

 

Amare il proprio paese per farlo sempre progredire

e fra gli altri primeggiare.

 

Amar si deve il proprio paese, di ciascuno culla vitale.

 

Un invisibile cordone che sempre a lui ci lega con amore passionale!

 

Se il nostro paese amiamo, NON LO DOBBIAMO DETURPARE

NE' MAI MALTRATTARE!

 

Le sue strade, le sue piazze, i suoi giardini e le sue contrade di campagna

con il bosco verdeggiante, MAI DOBBIAMO SPORCARE

NE' IMBRATTARE, ROVINARE O, PEGGIO, INCENDIARE!

 

Il nostro paese tutti dobbiamo amare

e SEMPRE BENE TRATTARE, chè sempre è il nostro paese caro.

 

Per il nostro paese TUTTI PRODIGARCI DOBBIAMO

PER FARLO SEMPRE PIù MIGLIORARE.

 

E per questo sempre pulito deve stare

e la manutenzione non deve mai mancare.

 

Funo di Argelato, 24 febbraio 2010

 

[Nota: La poesia è stata trascritta fedelmente anche nel formato e nelle sottolineature, ho effettuato solo la correzione di una "e" che, essendo una copula e non una congiunzione, richiedeva l'accento]

 

FELICE PASQUA A TUTTI!

03 aprile 2010

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