IL MIO NATALE

    Adempiuta la formalità dell'onoranza ai defunti, si sa, si volta subito pagina, ed a cominciare già dal 3 di novembre, lasciati i fiori a seccare sulle tombe, si guarda oltre, proiettandosi verso il Natale. La settimana scorsa, una ragazzina quindicenne (era del 1991 e frequentava il primo anno di scuola alberghiera a Stresa), compagna di viaggio in intercity con me, interrotta la conversazione da una telefonata del suo "amore", ho sentito fargli l'elenco dei regali che si aspettava per Natale.
    Da diversi giorni vedo che va a ruba  la mia "letterina di Natale", in prosa ed in poesia - a giudicare da quante volte vengono visitate le relative pagine del sito - saccheggiata probabilmente per essere scopiazzata non solo per uso scolastico. Del resto, chissà quanti saranno coloro che, in barba al copyright, fanno libero uso ed abuso di ciò che si trova su internet, senza chiederti né il consenso, né citare la fonte. 
    Tuttavia, ciò non mi dispiacerebbe, se servisse a far fare bella figura a qualche scolaro, ma anche se la mia "Letterina di Natale" venisse adottata da qualche mamma o papà per la/il sua/o bambina/o, oppure che qualcuno faccia gli auguri di "Buon Natale", prendendo a prestito le mie parole, così come l'anno scorso fece a Rivoli Mauro Trombetta,Presidente del Consiglio di Circolo n.1, con i miei "Sogni della neve".
    Se l'avessi conservata, avrei messo nel sito anche la prima letterina di Natale - nonché primo mio incubo, come raccontato altrove - scritta in seconda elementare, farina non del mio sacco, bensì puro dettato del mio maestro: non sarei sicuro, però, che essa sarebbe stata preferita alle altre letterine di mia produzione.
    Oltre alle letterine, in questo periodo si stanno preparando anche le cartoline, mezzo, anche questo, usato ed abusato soprattutto da coloro che impersonano qualche autorità, che attraverso di esse vuole mostrare tutta la sua importanza, che ritiene essere tanto più forte, quanto maggiore è il numero di cartoline spedite. Così, nei prossimi giorni, chissà quante tonnellate di carta saranno costretti a sobbarcarsi i postini per recapitare biglietti augurali di ministri, deputati, senatori, presidenti, sindaci, assessori, consiglieri, ecc., ecc.
    E chissà quanti soldi si sprecheranno, considerando anche che quest'anno le poste hanno abolito la tariffa ordinaria, sicché lettere e cartoline potranno essere spedite esclusivamente in modalità "prioritaria", pertanto con un francobollo maggiore.
    Ogni autorità ha al riguardo un elenco - chilometrico - di tutti i soggetti cui inviare gli auguri natalizi, elenco che il più delle volte non viene neppure depurato opportunamente. Così, una volta ho visto accadere in un Comune dove prestavo servizio che erano stati inviati gli auguri anche ad un ingegnere con cui l'Ente era  in lite: una goffaggine bella e buona.
    Ma ci sarà invece anche chi i destinatari degli auguri li seleziona accuratamente, facendo gli opportuni scarti ed aggiunte anno per anno. Certo, può anche accadere che qualche sindaco non sappia che pesci prendere con qualcuno, e che si dibatta nel dilemma: gliela mando o non gliela mando la cartolina? E che prima decida di no, e poi ci ripensi all'ultimo momento, facendola spedire non dall'ufficio postale del suo Comune ma, stranamente, da quello del capoluogo di Provincia. Quel sindaco, anche se fosse un bradipo, per il Natale successivo avrà avuto, tuttavia (almeno così spero io), tutto il tempo per riuscire a risolvere il dilemma, capendo finalmente che quella cartolina non è affatto gradita dal destinatario, costituendo per lui solo motivo di disturbo.
    Ci sono, viceversa, dei pensieri che fanno senz'altro piacere, soprattutto perché, in quanto provenienti da persone qualunque, sono genuini e sinceri e, a prescindere dalle parole usate, sai che provengono dal cuore, dall'anima, ti trasmettono affetto, ti vogliono veramente bene, anche se con loro non c'è più alcun motivo di avere a che fare, non avevano alcun debito di riconoscenza, non avranno mai da attendersi alcun favore da te. Per queste persone il Natale non sarebbe tale se non ti sentono, non ti esprimono la loro amicizia, la loro stima, il loro affetto ed a te mancherebbe qualcosa, il tuo animo non si sentirebbe a posto senza quei contatti, sicché, se non si facessero vivi loro, ti premureresti di chiamarli tu.

    Questa mattina il Natale l'ho visto annunciarsi anche sulle cime dei monti dell'Ossola col suo bianco candore: era un Natale sereno, che si rifletteva tale anche dentro di me, un Natale che non mi suscitava alcuna nostalgia di altri luoghi, non mi trasportava pensieri e sentimenti da nessun'altra parte. Del resto, infine uno si rassegna, capisce che è inutile rimanere attaccati ad amori rivelatisi impossibili. 
    Mike Simone, scrivendomi qualche settimana fa, ha detto: "l'amore che ho per il paese (n.d.r. Banzi) e' una cosa che non posso descrivere", aggiungendo poi: "
io penso che tu condividi questo amore per il paese come me, dedicando il tuo tempo a tenere questo sito live".
  
  In effetti, non posso negare che Mike abbia ragione, perché, altrimenti, non avrebbe avuto giustificazione tutto il mio dispiegamento di passione posta nel coltivare per così lungo tempo questo sito. Mike ha fatto però appena in tempo a cogliere questa verità, perché in realtà questo amore per Banzi si sta infine esaurendo, dal momento che la speranza di realizzarlo è svanita definitivamente.
    Vivendo i miei genitori, non di rado prendevo in considerazione l'ipotesi di un possibile ritorno alla mia terra d'origine, anche per essere vicino a loro nel tratto conclusivo della loro vita. Il 28 febbraio 1999 è venuta a mancare però mia madre; il 2 maggio 2005 è venuto a mancare anche mio padre. 
    Nel giugno 2004 tanti degli amministratori ora in carica - parenti o semplici vicini di casa - si recarono da mio padre a Genzano per chiedergli che andasse a Banzi a votare ed  esprimere la sua preferenza per loro. Grazie anche al sacrificio fatto da mio padre, di strapazzarsi apposta, all'età di 93 anni, a recarsi
a  Banzi alle urne, essi hanno potuto cantare vittoria, servendosi peraltro anche di una mia pagina di questo sito per umiliare l'altro candidato sindaco uscito sconfitto.
    Tuttavia, di tutti coloro che hanno fatto la processione da mio padre, e che si sono divertiti a pubblicare in piazza il mio scritto, ce ne fosse stato almeno uno che si fosse ricordato di fare poi un gesto di creanza a chi andava fatto. Ma, ciò che è stato ancora più stupefacente ed amaro, costoro sono rimasti assolutamente indifferenti quando chi scrive si è ritrovato in gravi difficoltà (sedici mesi senza lavoro) per essere rimasto vittima di gravi scorrettezze da parte di qualche sindaco. 
    Gli amministratori di Banzi, evidentemente, preferiscono dare onore solo a coloro che non appartengono al paese, che si conferisca la cittadinanza od altro non fa differenza. A chi, invece, la cittadinanza di quel paese ce l'ha per esservi nato, tale onore viene negato. Poi si parla di valore della patria - riferita al paese con iniziale maiuscola o minuscola non importa - : una parola vuota, per quanto mi riguarda, o piena solo di retorica, giacché io non mi sento di appartenere a nessun Paese, o paese.
    Allora, quest'anno sarà per me un vero Natale, nuovo e diverso, da godere in serenità, senza più nostalgie e con la tranquillità di aver ritrovato il lavoro, avendo avuto la fortuna di incontrare tre sindaci che hanno stima di me. Spero che quella serenità non mi venga turbata da qualche ipocrita cartolina d'auguri che mi dovesse giungere da Banzi (o tardivamente da Potenza).
    Banzi  non mi vedrà forse neppure più in vacanza e la vita da pensionato la trascorrerò altrove, spendendo la mia pensione - che non sarà magra - là dove mi danno adesso da lavorare, senza beneficiare coloro dai quali non ho ricevuto mai niente.

20 novembre 2006

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