PARDON... EURONIA DI PEPPINO

 

Appena ieri avevo scritto e pubblicato la pagina "Lironia di Pep-Ino": già oggi mi vedo costretto a scriverne un'altra per rimediare ad un lapsus in cui sono incorso, giacché il titolo giusto parrebbe essere invece "Euronia di Peppino".

A farmene accorgere dell'errore è stato involontariamente il mio collega con cui faccio insieme un tratto di viaggio in treno (non indico più il suo nome perché è una persona schiva e non ambisce a diventare famoso attraverso il mio sito): quando stavo già per scendere alla stazione di Verbania, sfogliando egli "La Stampa", "guarda, guarda - mi dice - qua si parla del sindaco fannullone del tuo paese". 

Ma il treno è già fermo e, per non correre il rischio di arrivare a Domodossola, raccatto al volo le due borse (una contenente le cinque cartelline di ciascun comune, l'ombrellino ed i viveri, l'altra contenente il portatile con cui stavo lavorando durante il viaggio) e mi precipito giù. 

Però, prima che il treno riparta, chiamo il collega al finestrino, sollecitandolo a rintracciare nel corpo dell'articolo il nome del sindaco. Fa fatica ad individuarlo, ma, quando già disperavo di sentirlo, perché il treno si era riavviato, vedo riaffacciarlo e gridare: "è Garzillo!".

Confesso di non saper dire se sia rimasto contento o deluso nel sentire quel nome: se amassi le cose facili, sarei stato contento, ma uno non può mica inveire sempre contro la stessa persona, alla fine si stufa ed annoia sé stesso e gli altri. 

Tuttavia, a ben considerare, per me non avrebbe fatto alcuna differenza neppure se fosse stato il sindaco attualmente in carica (ancora per altri 7/8 mesi, salvo errori od omissioni, non tanto miei, ma di Garzillo, da cui possa trarre giovamento). 

Allora, fatto pari e patta, mi sono recato a Pettenasco, cercando durante l'appendice di viaggio in macchina, di allontanare la malinconia di quella miserabile notizia con qualcosa di più nobile, che mi sollevasse ed edificasse lo spirito: ho ascoltato allora la settima sinfonia di Antonin Dvorjak, un'opera per me appassionante e sublime.

Tuttavia, stasera ho buttato un'occhiata su internet ed ho già trovato l'articolo in questione. Solo pensando di dare un contributo gratuito all'informazione, dei banzesi di Banzi e di quelli di fuori (ma anche dei ...genzanesi e non) lo diffondo tale e quale in questa pagina, senza aggiunta di commenti. 

Chissà, Garzillo potrebbe essermi riconoscente ed accadere che, ove dovessi ritornare ancora a Banzi, ed egli dovesse transitare davanti a casa, potrebbe anche dirmi buon giorno o ciao, accomunati dalla consapevolezza che, chi più, chi meno, nessuno è perfetto e tutti possiamo sbagliare: io, per esempio, avevo sbagliato il titolo della precedente pagina e, con questa, ho provveduto a correggere l'errore: anche Garzillo rimedierà a quelli suoi, con l'unica differenza che non lo farà da solo, ma avrà bisogno dell'aiuto di Woodcock.

Io pensavo che Woodcock fosse una parola composita inglese equivalente al nostro "uovo alla cock", invece essa indica il nome di un magistrato, che ho sentito dire ami fare anche il cuoco e che, per l'occasione,  vorrà fare allo spiedo il pollo di Banzi. 

Mi permetto allora di dargli un suggerimento: trattandosi di un pollo particolare che ha il baffo, affinché la rosolatura possa riuscire perfetta, bisogna che glielo spenni bene prima.


6/10/2008 (7:30) - PERSONAGGIO

Il sindaco fannullone

Si inventava missioni e riunioni per giustificare le assenze dal lavoro

GIUSEPPE SALVAGGIUOLO

POTENZA

 

Anche i fannulloni nel loro piccolo s’ingegnano. I finti certificati medici? I cartellini timbrati per conto terzi? Roba da dilettante. L’impiegato pubblico Giuseppe Garzillo aveva ideato un meccanismo più raffinato. 

Eletto sindaco del minuscolo Comune lucano di Banzi, per giustificare le prolungate assenze dall’ufficio s’inventava impegni istituzionali, redigendo poi verbali fai-da-te. 

Senza bisogno di medici compiacenti, il giorno che non aveva voglia di lavorare apriva un quadernetto da computisteria e scriveva: riunione di giunta. Firmato: il sindaco. E se ne stava a casa. Il giorno dopo, altro foglio e altra firma: seduta di commissione edilizia. E così - commissione per gli usi civici, per lo Statuto, per il regolamento, commissione prevista dalla legge sul terremoto del 1980... - per la bellezza di 166 giorni di assenze in un anno e mezzo. Un fuoriclasse. 

Gli è andata male perché questo impegno da sindaco-stakanovista (una riunione ogni due giorni in un Comune di 1500 abitanti, neanche fosse il sindaco di Roma) non ha convinto la Guardia di Finanza. Che ha verificato tutti gli appuntamenti istituzionali del sindaco tra il 2003 e l’inizio del 2004, quando è scaduto il mandato. Senza trovare, negli archivi del Comune, traccia di tutte le riunioni di giunta e commissioni varie a cui il sindaco sosteneva di aver partecipato. 

Dagli accertamenti sono partite due indagini. Quella penale per truffa e falso ideologico, condotta dal pm di Potenza John Henry Woodcock, è nella fase conclusiva: il magistrato si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Quella della Corte dei conti è invece già giunta alla sentenza di primo grado. Garzillo è stato condannato a risarcire 13.800 euro di danno erariale procurato, incassando lo stipendio senza motivo, in quanto con «comportamento fraudolento utilizzava la carica di sindaco per giustificare reiterate e illegittime assenze dal lavoro».

E dire che Garzillo se l’era studiata bene. Impiegato amministrativo nell’Istituto scolastico di Genzano di Lucania, dopo l’elezione a sindaco nel 1999 aveva ottenuto il trasferimento presso il Consiglio regionale. Assistente dei gruppi politici: una sinecura. E lì l’avevano visto davvero poco, ma gli impegni da sindaco sono gravosi, si sa. 

Messo nell’angolo dai magistrati contabili, Garzillo ha tirato fuori i suoi quadernetti con gli appunti delle fantomatiche riunioni istituzionali. Ma i verbali autoprodotti risultavano fin troppo laconici: tutte le riunioni, «benché convocate ritualmente, non venivano tenute per mancanza di numero legale». Solo il sindaco era presente. Fosse vero, i fannulloni sarebbero altri. 

Ma per la Corte dei conti è tutto falso: le riunioni e i verbali. Tutto inventato dal sindaco per marinare il lavoro. «Prescindendo da ogni commento sull’eclatante numero delle riunioni andate deserte», scrivono i giudici, è «inspiegabile» che il sindaco le verbalizzasse con cura certosina sul suo quadernetto, mentre non c’è traccia dei verbali delle riunioni effettivamente svolte.

Non solo. «L’inattendibilità» dei brogliacci di Garzillo emerge da un altro particolare. In alcuni casi il sindaco non si accontentava di darsi assente dall’ufficio per un impegno in Comune. Aggiungeva una trasferta per imprecisati impegni da sindaco con annesso rimborso spese. E dunque incassava lo stipendio da impiegato e contemporaneamente raggranellava quattrini anche sotto forma di nota spese. Bingo. 

«Per citare solo alcuni dei molteplici esempi» raccolti dalla procura, «il 5 marzo 2003 il sindaco verbalizza che la riunione della Commissione usi civici convocata per le 8,30 è dichiarata deserta alle 13,30, mentre per la stessa giornata chiede e ottiene la liquidazione di una missione dalle 8 alle 15 in località Riofreddo (Potenza)». 

Ubiquità ripetuta il 27 giugno: commissione edilizia convocata per le 8,30 e dichiarata deserta alle 13,50, «mentre per la stessa giornata il sindaco chiede e ottiene la liquidazione di una missione dalle 8 alle 15 a Matera». Il 1° luglio, mentre la commissione edilizia va deserta «sia al mattino che al pomeriggio», il sindaco si fa rimborsare una trasferta a Potenza.

Il capolavoro si compie il 5 marzo 2004: nelle stesse ore il sindaco «partecipa» a una seduta di commissione nel palazzo comunale e anche a un convegno a Bologna. Davvero troppo anche per un sindaco stakanovista. Anche i fannulloni nel loro piccolo esagerano.

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Questo articolo è stato tratto da: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37092girata.asp


Ed ancora, ecco un'altra pagina pubblicata da irpinianelmondo su Settembre 1, 2008

http://irpinianelmondo.wordpress.com/2008/09/01/sindaci-e-amministratori-fannulloni-indaga-il-pm-woodcock/

 

SINDACI E AMMINISTRATORI FANNULLONI: INDAGA IL PM WOODCOCK

Sembra quasi un altro capitolo del libro «La casta»: esponenti di giunta fannulloni, pronti a fingere di essere impegnati al Comune per non andare al lavoro, e sindaco e assessori «furbi » che fingevano viaggi per l’ente per intascare rimborsi non dovuti. Sotto queste nuove pagine la firma è quella del Pm di Potenza Henry John Woodcock che ha fatto 4 anni d’indagini e, dopo aver notificato gli avvisi di conclusione delle indagini, si appresta alla richiesta di rinvio a giudizio.

Il tutto succede a Banzi, piccolo centro della Basilicata Nord. Troppo piccolo, forse, con i suoi 1514 abitanti perchè quei privilegi che sindaco e assessori si concedevano non venissero notati. Così, da una segnalazione anonima, sono partiti gli accertamenti della Guardia di Finanza che ha relazionato tanto al Pm anglonapoletano quanto al procuratore della Corte dei Conti, Michele Oricchio, avviando due procedimenti.

Gli amministratori interessati sono l’ex sindaco Giuseppe Garzillo, il suo vice Giuseppe Niccolò, gli ex assessori Pasquale Martinelli, Giovanni Garriamone, Francesco Riccardi e Vincenzo Manieri. Sono tutti accusati di concorso in truffa e in falso ideologico. Solo di falso ideologico, invece, devono rispondere tre dipendenti comunali che avrebbero fornito le attestazioni fasulle utilizzate per non andare al lavoro.
Le accuse fanno riferimento a due filoni differenti: per un verso tutti gli amministratori indagati sono accusati di aver attestato false trasferte mai effettuate per incassare i soldi dei relativi rimborsi. Per un altro, il sindaco Garzilo e l’assessore Martinelli devono anche difendersi dall’accusa di essere dei «fannulloni», ossia di aver evitato di recarsi sul posto di lavoro giustificando l’assenza con la partecipazione a riunioni di giunta o della Commissione edilizia che non ci sarebbero in realtà state.

Un meccanismo, in fondo, difficile da smascherare, se non fosse stato per due «dettagli». Il Pm Woodcock, in particolare è arrivato alla conclusione che qualcosa non andava confrontando le attestazioni delle missioni fatte da sindaco e assessori con le presenze in Giunta. Insomma, spiega il Pm, i membri di giunta avrebbero attestato di essere in missione «negli stessi giorni e nelle stesse ore nelle quali, invece, risulta attestata la loro presenza alle riunioni di giunta, presenza attestata dai “brogliacci di riunione” della giunta comunale in oggetto cui si fa riferimento». E non potendo essere contemporaneamente in due luoghi, il Pm ha ipotizzato che in questo modo «inducevano in errore l’amministrazione comunale di Banzi, percependo le indennità orarie riferite alle suddette “fantomatiche missioni”».

Come detto, Garzillo e Martinelli avrebbero anche «marinato la scuola» nel senso di non essersi recati al lavoro, negli istituti scolastici di Palazzo S. G. e Genzano, giustificando l’assenza con riunioni che non c’erano mai state. All’ex primo cittadino, in particolare, il procuratore contabile Oricchio ha contestato 175 assenze «fraudolente» in due anni e lo stesso Garzillo si è difeso dicendo di non poterne giustificare solo 16, mentre per gli altri ha parlato di riunioni non effettuate per mancanza del numero legale.

E quanto alle trasferte, «molte indennità di missione corrispostegli da Comune - osserva il Pm contabile - sono contraddette dalla presenza dello stesso sindaco presso l’ente Regione, ove doveva prestare la propria attività lavorativa». Fino ad arrivare un caso limite: una trasferta effettuata mentre al lavoro risultava in malattia. Sia se non era malato, che se non era in viaggio, qualcosa comunque non va. 

 

04 ottobre 2008

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