SALENTO IN TRENO... DI PARTITI

... per il bus, poi, si prega rivolgersi a ... "chi l'ha visto"

 

 

Fino a qualche anno addietro, se uno mi avesse chiesto dove si trovasse il Salento e dove il Cilento, confesso che avrei avuto un certo imbarazzo a rispondere, anche perché ho già dato conto in questo sito che il mio debole a scuola è stata sempre la geografia: basti sapere che, addirittura, una volta ho confuso sulla carta geografica l'individuazione del lato est con l'ovest e ciò fece arrabbiare così tanto il mio maestro da assestarmi due ceffoni  - sinistro-destro come fanno i pugili per mettere ko l'avversario - talmente pesanti da farmi fare una spontanea pipì addosso.

Dal settembre 2006, invece, ho scoperto dove si trova il Salento e, per non fare brutta figura nell'ipotesi in cui dovesse esserci uno che legga questa pagina, e gli venga la curiosità di chiedermi dove si trovino Salento e Cilento (o siffatta domanda dovesse venire a farmela in sogno il mio maestro), mi sono documentato ad hoc: la prima indica la località dove il sale ed il vento si sono fusi insieme, formando così dalla loro fusione il "Salento", la seconda invece indica - ovviamente per derivazione dal nome del Paese dove è situata - una località del Cile.

La scoperta del Salento l'ho fatta perché verso metà agosto del 2006 decisi all'improvviso di andare in vacanza. Offrii a Teresa, mia moglie, due opzioni, trovate su internet: Cesenatico, oppure Santa Maria di Leuca. Lei optò per la seconda e così andammo ad esplorare il luogo de finibus terrae, seppure col vago timore d'incontrare da quelle parti una ex sindachessa, che sapevo avere lì una casa vacanza, e che mi aveva prima denunciato, poi, quando fu abrogato il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, aveva trasformato la denuncia in querela per ingiuria, perché le avevo detto di farsi "revisionare il cervello"... ne aveva davvero bisogno!

Per l'occasione scoprii altresì che la località, per quanto lontana, era comodamente raggiungibile con la combinazione di mezzi di trasporto pubblico treno più bus, come illustrato nel sito http://www.salentointrenoebus.it, ed infatti il viaggio andò liscio come l'olio, ritrovandoci sabato 26 agosto immersi tra la magia di luce e di mare dell'estrema punta del tacco d'Italia, dove il faro proietta il suo fascio di luce tra le acque del mare Adriatico e dello Ionio, invitando all'approdo i naufraghi (tra questi Enea ed il primo apostolo Pietro), dove si trova il monumento più importante dell'EAAP (Ente Autonomo Acquedotto Pugliese), le cui monumentali scalinata e colonna romana furono inviate addirittura da Roma da Benito Mussolini nel 1939, anno in cui l'acquedotto fu terminato.

Quest'anno è stato il quarto consecutivo in cui sono andato lì in vacanza (anche se a dieci chilometri di distanza per la migliore qualità della spiaggia), e sempre con la formula Salento in treno e bus. Senonchè il viaggio non è filato questa volta liscio come l'olio, esso si è increspato invece tra la schiuma di un aceto alquanto aspro.

Infatti, se siamo arrivati puntualmente a Lecce, è cominciata invece un'autentica odissea per il prosieguo del viaggio in bus. Ci siamo recati, come di consueto, al solito posto di partenza, ma, aspetta ed aspetta, comincia a montare forte la percezione che l'attesa fosse vana. 

Mi reco allora in stazione a chiedere informazioni rassicuranti all'ufficio assistenza clienti, ma è chiuso; vado a chiedere informazioni alla biglietteria delle Ferrovie del Sud Est, ma alla domenica è chiusa pure essa: insomma non c'era ufficio o persona in grado di dirmi se il servizio di bus fosse stato attivato, a che ora fosse la partenza e da dove, per quanto mi guardassi intorno e chiedessi a destra ed a manca in un frenetico dibattermi qua e di là.

Solo dopo un'ora e mezza di concitata ricerca, incontro finalmente un autista delle Ferrovie del Sud Est che mi dice esserci un gazebo dove fare i biglietti ed avere informazioni sulle corse. Il gazebo consisteva in un tavolino posto nelle vicinanze di un chiosco adibito a bar, assolutamente non riconoscibile, perché privo di cartelli. 

Infatti l'addetto, un ragazzo, se ne stava tranquillamente a studiare un libro di economia aziendale, indisturbato da alcun passeggero. Peraltro, insieme a lui c'era anche un'altra persona, tale Luigi Calcagnile, qualificatosi poi responsabile del servizio dopo che una signora straboccante d'ira aveva inveito furibonda contro di lui profferendo parole irripetibili ed io gli avevo urlato che essi, invece di stare comodamente lì a fare niente, si sarebbero dovuti premurare di venire ad informare i viaggiatori in attesa, che la fermata fosse stata spostata in altro luogo. 

Solo dopo le nostre vibrate rimostranze, quando oramai le informazioni le avevamo date noi agli altri passeggeri, si vede giungere il Calcagnile in macchina (ma poteva venire benissimo a piedi) per informare della spiacevole novità che, a differenza di ciò che viene decantato nel sito http://www.salentointrenoebus.it circa i diritti dei passeggeri, comporta il non lieve disagio di fare mezzo chilometro per raggiungere la fermata, carichi di bagagli: un dispetto assurdo.

Ma poi si arriva finalmente alla fermata: Calcagnile vuole recuperare la sua immagine, ed allora ci raggiunge ancora anche lì, facendoci notare che è stato solo per merito suo che essa è stata dotata di gazebo (una tenda di plastica montata su quattro pali per fare forse un po' d'ombra, ma alla gente essa non serve perché va in vacanza per prendere il sole). Comunque, non poteva sfuggire che il gazebo fosse opera sua, cioè del Calcagnile, perché si presentava davvero  "scalcagnato". 

Ma, come per compensazione, c'erano i recenti manifesti elettorali delle elezioni provinciali che sembravano essere messi lì a posta per rendere lieta l'attesa del bus, con l'immagine di Antonio Gabellone che, radioso per la sua vittoria, rivolgeva commosso il suo "Grazie Salento". Giacché mancavano ancora un po' di minuti all'arrivo del bus, ho avuto il tempo anche di contare tutti i partiti che lo hanno sostenuto: erano ben nove e sembravano comporre un'altra "Freccia del Salento" (treno espresso Milano-Lecce); gaudium magnum poi, tra essi c'era anche l'Udeur di Mastella, approdato anche lui lì, come Pietro, per ripetere l'evangelizzazione dell'Italia: grazie Mastella, col tuo ritorno l'Italia sarà sicuramente rifatta, od almeno disfatta... completamente.

 

 

Anch'io, comunque e nonostante tutto, non mancherò di ritornare in Salento, perché per fortuna ci sono anche persone che sanno rimediare al caos ed alla disorganizzazione del sistema. Così, per esempio, l'autista del bus di andata è talmente cortese da fermarsi strada facendo per consentirci di raccogliere un po' di fioroni dalla piante di fichi delle lande deserte, dandoci addirittura anche due sportine pulite per metterli dentro; e l'autista del bus di ritorno fa una fermata di emergenza per consentirci di scendere il più possibile vicino alla stazione. 

Quest'ultimo, scambiando qualche parola durante il viaggio, ci dice di conoscere molto bene chi sia Luigi Calcagnile e ci fa notare come in realtà il servizio "Salento in treno e bus", invece di essere promosso e valorizzato, venga osteggiato per favorire la casta dei tassisti. In effetti, il bus di ritorno era pieno solo di africani rivenditori delle cianfrusaglie di spiaggia, ai quali l'autista faceva il biglietto senza applicazione del sovrapprezzo, perché - diceva - "come si fa a sfruttare questa gente che oggi si è procurata forse solo un bicchiere d'acqua da bere"?

Allora, tutto chiaro perché  noi passeggeri fossimo stati lasciati abbandonati ad aspettare il nulla? E perché la fermata sia stata spostata inconsultamente lontano dalla stazione? Per dare lavoro ai tassisti.

Ma non mi farò scoraggiare dal ritornare in Salento neppure da Trenitalia, dal suo treno prenotato e trovato soppresso per sciopero, di cui mi è stato in un primo momento anche negato il rimborso del biglietto, salvo poi, a seguito di reclamo, ricevere un'e-mail del seguente tenore: "siamo spiacenti per i problemi da lei incontrati nell'utilizzare i nostri servizi. La informiamo che abbiamo provveduto al rimborso integrale, causa sciopero, del biglietto...".

Ritornerò ancora perché, tra l'altro, voglio rivivere la magia del...

 



TRAMONTO SU TORRE VADO

 

 

Esausti dell'ardore del giorno

giacquero il cielo ed il mare

abbracciati a riposare

sul letto dell'orizzonte

avvolti dalla sera

destata qua e là

da qualche lampione

e dall'eccitazione

di luci del luna park

 

gli ulivi espansero placidi

le chiome nell'aria tranquilla

le case si lasciarono sbiancare un po'

nell'acquerello tenue del tramonto

che si stava dipingendo

 

mancava solo la luna:

"son pronta" disse alla sera

"ma non voglio esser dipinta

in cielo voglio essere vera"

 

e così comparve tra gli ulivi

leggiadra e fastosa

come una candida sposa

Venere le fece dietro da damigella

scortandola tra l'una e l'altra stella

 

ed al loro passaggio le cicale

non si trattennero di frinire

come volessero applaudire.

 

 

 

 

 

 

 

E per poter scrivere qualche altra poesia. 

Perciò anch'io, come Antonio Gabellone, dal mio treno (vero, non di partiti), saluto e dico "Grazie Salento!"

 

Prima di terminare questa pagina, voglio rivolgere una preghiera al neo presidente della provincia salentina Gabellone: per cortesia appunti sul petto una medaglia di merito a Luigi Calcagnile per l'ottima assistenza data ai clienti del servizio "Salento in treno e bus"; inoltre, non dimentichi di fare le congratulazioni allo studente del gazebo per il superamento dell'esame di economia aziendale, sicuramente avvenuto: chi leggerà questa pagina, sappia che il ragazzo ha bisogno di non essere molestato per poter preparare e sostenere velocemente  il resto degli esami che gli mancano alla laurea e, pertanto, è pregato di fare il biglietto direttamente sul bus, senza fare storie se paga un piccolo sovrapprezzo.

Infine, dopo aver visto il video pieno di abbracci, strette di mano, baci ed applausi tributati a Gabellone su http://www.gabellonepresidente.it, voglia gradire presidente anche il mio saluto, insieme a quello di "Pepe, la gazza ladra" mia amica; e, se dovesse incontrare Clemente, La prego di porgere i miei deferenti ossequi anche a lui: sono certo che la prossima volta, grazie anche a Mastella, sarà certa la garanzia di poter giungere in Salento - per chi come me dovesse averne ancora voglia - unicamente a piedi, in pellegrinaggio, invece che "in treno e bus" come turista.

 

P.S. Durante il mio soggiorno al mare ho visto spesso due bellissime gazze ladre in cima al pino vicino l'abitazione: che da Milano sia ritornata ancora "Pepe, la gazza ladra" di Maria, con consorte? Peccato però che non sia venuta più a posarsi sulla mia spalla!

 

19 luglio 2009

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